Dal piazzale della stazione prendiamo la ciclabile che taglia a mezza costa la collina, uscendo su via Tagliamento dove svoltiamo a sinistra e superata la ferrovia si scende lungo un tornante arrivando al cimitero di Pinzano al Tagliamento. Merita una piccola sosta la Chiesetta della SS. Trinità con la copertura della tettoia fatta con pianelle decorate. Prendiamo la strada che affianca il cimitero, e tra i campi coltivati usciamo sulla strada principale SP1, dove girando a sinistra superiamo il ponte e dopo una serie di curve arriviamo a Valeriano. Sulla sinistra possiamo notare la Cappella di San Severo, una delle tante cappelle votive e anche chiese di cui è ricca questa parte della pedemontana pordenonese. Entrati a Valeriano continuiamo sempre dritti fino a che sulla destra troviamo la cinquecentesca Chiesa di Santa Maria dei Battuti con in facciata la riproduzione monocromatica degli affreschi del Pordenone, che sono custoditi all’interno, e dal portale del 1499 di G. Pilacorte. Anche sulla collina di fronte si trovano delle opere del Pordenone nella Chiesa di Santo Stefano, che fu gravemente danneggiata dal sisma del 1976. Accanto alla Chiesa è presente una fontanella d’acqua. Imbocchiamo sulla destra la discesa e dopo la curva si svolta a destra (attenzione che mancano le indicazioni della ciclabile, forse divelte) e in leggera salita si procede verso il cimitero di Valeriano, dopo il quale inizia un piacevole tratto di ciclabile fino all’abitato di Borgo Ampiano. Arriviamo ad un incrocio e prendiamo a destra dove una cinquantina di metri dopo si trova sulla sinistra l’accesso al trecentesco mulino di Ampiano, ora di proprietà comunale, in cui si possono osservare le vecchie attrezzature e un antica trebbiatrice. Per proseguire si ripercorre all’indietro la stradina e si prosegue in direzione nord sulla SP 62, fino al passaggio a livello, dove si svolta a sinistra in direzione di Madonna dello Zucco. Superato l’omonimo abitato, si prende a sinistra in discesa in direzione di Spessa, e si superano varie borgate tenendosi a sinistra sulla strada principale, fino ad arrivare dopo una salitina e un tornante ad un nuovo passaggio a livello, che non attraversiamo, ma svoltiamo a destra in via Molevana. Percorriamo la via fino ad arrivare ad un incrocio con una bella fontana. Mantenedoci a destra sulla stessa via si usciamo dall’abitato e troviamo le indicazioni per il puntic, meta ideale per una sosta. Il puntic è il più vecchio ponte che i pellegrini e viandanti utilizzavano per superare la panoramica forra del torrente Cosa per andare alla locale Pieve di San Pietro (Travesio). Infatti per raggiungerla continuiamo lungo via Molevana, attraversiamo la strada provinciale SP22 prendendo dritti di fronte a noi la stradina in leggera salita, ovvero via della Ferrovia, con il campanile ben in vista. Raggiunta la Pieve, citata già nel 1174 dal Papa Alessandro III e più volte ricostruita, custodisce opere dei già citati Pilacorte e Pordenone. Proseguiamo verso destra in direzione del centro di Travesio, e dopo pochi metri la ciclabile svolta a sinistra lungo via Gondei, dove in leggera salita la percorriamo fino ad una bellissima borgata, dove svoltiamo verso sinistra e troviamo poco dopo una fontana. Qui troviamo un tratto di ciclabile che ci porta dopo una curva a gomito in un area industriale. Proseguiamo dritti fino alla strada principale, che prendiamo a destra per una decina di metri per poi lasciarla subito girando a sinistra nuovamente in ciclabile. Procediamo sempre dritti seguendo le indicazioni della ciclabile ai prossimi incroci facendo attenzione che un tratto è promiscuo con il traffico veicolare nei pressi della cava di calce. Questa riforniva la Fornace da calce voluta nel 1925 da una quarantina di emigranti per dare un futuro alle proprie famiglie. La Fornace, chiusa nel 1957 e restaurata nel 2006 come insediamento di archeologia industriale, è raggiungibile svoltando a destra appena fuori dal bosco in prossimità dell’abitato di Toppo. Entriamo in uno dei più belli borghi d’Italia, che si è sviluppato in un contesto feudale legato al castello signorile che lo dominava dalle falde del monte Ciaurlec. Il villaggio medievale, che si impostava su preesistenze di epoca romana, distinto nei due nuclei di Pino e Toppo, era organizzato con il sistema dei masi. I masi erano una sorta di piccola azienda agricola a conduzione familiare costituita da un sedime, con le strutture abitative e gli orti, e da appezzamenti di terra coltivabile frammentati e sparsi nelle vicinanze. Percorriamo via della Fornace lasciando la Parrocchiale di San Lorenzo sulla destra (fontana), e giriamo a destra su via dei Masi, poi a destra su via G. Verdi fino al palazzo cinquecentesco dei Conti di Toppo e Wasserman, con la Cappella di San Girolamo. Qui troviamo un ufficio di informazioni turistiche. Da qui parte un sentiero che conduce ai ruderi del castello di Toppo, uno dei più importanti esempi di architettura fortificata del Friuli del XII-XIV secolo grazie al suo buono stato di conservazione, in posizione panoramica su di un colle alle pendici del monte Ciaurlec. Prendiamo a destra in via Castello e proseguiamo lungo via Tomba, una piacevole stradina che corre sotto il monte Valinis, da dove decollano numerosi parapendii. Superato l’agriturismo entriamo nel borgo di Meduno, località Sottomonte, dove se vogliamo raggiungere la stazione dei treni svoltiamo a sinistra lungo via Ciago e la percorriamo fin oltre la rotonda. Invece le nuove indicazioni della ciclabile FVG3 proseguono dritte lungo via Scabin prima e poi a sinistra in via Pastori che diventa via Miani. All’altezza della piazzetta Miani si svolta a destra appena prima del bar gelateria. Proseguendo oltre si esce sulla strada principale che porta verso il centro di Meduno lungo via Roma. Dopo un restringimento della carreggiata, poco prima della Chiesa di S.Maria Maggiore, dove nella piazzetta antistante troviamo una fontanella d’acqua, si svolta a sinistra lungo via Magnani. Facendo attenzione alla doppia curva in discesa si raggiunge la SP 2, dove prendendo a destra in breve si raggiunge Ponte Maraldi per superate il fiume Meduna, evitando il vecchio guado ormai inagibile.
Superato il ponte sulla diga del Meduna prendiamo la prima strada a sinistra, via Meduna, e scendiamo superando la linea ferroviaria fino a trovare un canale idrico, dove svoltiamo a destra. La strada corre vicino al canale finchè al primo incrocio ritroviamo le indicazioni della ciclabile che indicano di svoltare verso destra. Proseguiamo fino ad un altro incrocio dove ci teniamo sempre a destra, e superata la linea ferroviaria, alla fine di una curva verso sinistra troviamo l’indicazione per il Bicigrill se si vuole fare una pausa. La ciclabile invece continua dritta lungo via Duchessa d’Aosta fino all’incrocio, dove si attraversa e si prende a sinistra via Centolina, che percorriamo fino alla stazione ferroviaria di Fanna-Cavasso. Qui inizia un tratto di ciclabile protetta lungo circa quattro chilometri che corre parallela alla provinciale fino alle porte di Maniago, città delle Coltellerie. Al termine di questo tratto attraversiamo la carreggiata e in leggera curva a sinistra si giunge ad una rotonda, dove prendiamo la seconda uscita a destra seguendo le indicazioni per Maniago. Si è ora su via Unità d’Italia, e volendo raggiungere il centro di Maniago basta proseguire dritti oltre il semaforo, dove si può ammirare la splendida piazza Italia dominata dalla fontana.